Rinoscultura: Per non andare “a naso”

Le tecniche chirurgiche per il rimodellamento del naso oggi sono evolute al punto da non lasciare alcuna traccia antiestetica. Ma decidere per un naso nuovo è un’operazione che va ponderata a fondo con un chirurgo che sappia disegnare un intervento ad hoc. Perché la diversità di ciascuno va rispettata anche con un naso…su misura.

Rinoplastica armonicaIl naso riveste un posto d’onore nella posizione degli elementi del volto umano. È la parte più sporgente della testa, posto proprio tra gli organi di maggiore comunicatività: gli occhi e la bocca, quindi è impossibile non vederlo e a nulla valgono acconciature o make up per dissimularne i difetti.

Eppure è davvero difficile fare l’identikit del naso perfetto e così come un bel naso rischia di non essere assolutamente notato, un naso dismorfico salta immediatamente all’occhio, offuscando la bellezza e l’espressività di un viso magari interessante. Questo perché “un naso che si definisce bello è il naso che sparisce”, commenta il dottor Carlo Alberto Pallaoro, specialista in chirurgia plastica a Padova: “quest’organo non deve attirare l’attenzione distogliendola da occhi e bocca, ma deve fondersi armoniosamente nei tratti dell’intero viso, addirittura dell’intera persona, con corpo e carattere”.
La scelta del nuovo naso, perciò, per non rivelarsi un clamoroso errore che “puzza di rifatto”, non può prescindere dallo studio peculiare delle caratteristiche corporee e caratteriali del paziente e, in modo particolare, dei diversi parametri del viso. Già Leonardo teorizzava alcune regole razionali della bellezza del volto umano: con la persona vista di fronte, la posizione degli occhi dovrebbe trovarsi alla metà esatta dell’altezza della testa, la larghezza della bocca non dovrebbe superare la distanza tra le iridi e il naso, per essere giudicato bello, dovrebbe rientrare nei limiti di lunghezza pari ad un terzo dell’altezza del viso, così come gli altri due piani (il mento e la fronte).

Questi parametri puramente matematici possono dare un’indicazione di massima, ma fondamentale è l’esperienza di un bravo chirurgo data dall’osservazione delle caratteristiche fisiche del paziente, come la qualità dei tessuti e la particolarità della dismorfia. “Non è detto infatti che una rinoplastica debba necessariamente interessare tutte le componenti del naso: parti ossee, cartilaginee, mucose e cutanee. L’intervento può essere studiato e realizzato in versione mini, o localizzata al singolo problema”.

La rinoplastica infatti può risolvere i difetti congeniti o acquisiti (in seguito a incidenti, ad esempio) del naso e del setto nasale. “È possibile intervenire per correggere la lunghezza del naso, la curva del dorso, cioè il cosiddetto gibbo, l’ampiezza e la forma delle narici o della columella ed è possibile modificarne la punta, correggendone dimensione e proiezione. La rinoplastica risolve inoltre eventuali problemi legati alla respirazione, se questi sono dovuti ad un problema di deviazione del setto”. Per ciascuna singola dismorfia, assicura il dottor Pallaoro, viene studiata la procedura adeguata.

Lo studio preliminare della rinoplastica

Uomo o donna? Carattere deciso o affabile? Volto dolce o volitivo? Corporatura esile o robusta? Tessuti spessi o sottili? Sono queste solo alcune delle valutazioni che il chirurgo svolge nel corso della visita preliminare per lo studio della rinoplastica di nuova concezione. “È l’indagine a 360° sulla persona fisica e caratteriale che guida la scelta del tipo di intervento – afferma il dottor Carlo Alberto Pallaoro – è quasi una commistione tra gusto e scienza, una sorta di creazione scultorea”.

In effetti, l’appellativo “naso rifatto” nasce in tono dispregiativo nei confronti dei nasi tutti simili che si potevano riconoscere fino a non molto tempo fa (a volte tuttora!) frutto di chi non soppesa adeguatamente ogni aspetto della persona, ma realizza quasi “in serie” una procedura standard. E in questo modo standard sarà anche il risultato finale. “Chi apprezzerebbe un nasino alla francese su un uomo dal carattere deciso? Oppure una morbida curva all’insù in un volto spigoloso? Ecco perché, al di là dei parametri di armonia geometrica, è necessario considerare il complesso della struttura fisica e psicologica di chi ci si trova di fronte”.

Ecco la rinoplastica senza cicatrici

La rinoplastica di nuova generazione viene realizzata nell’arco di un’ora e non necessita di ricovero ospedaliero, ma una permanenza nella struttura di circa 6 ore. Tutto ciò grazie alla particolare procedura anestesiologica che consente un intervento in regime di day hospital e alle particolarità delle tecniche chirurgiche che, essendo state stabilite in anticipo sulle caratteristiche del paziente, vengono adattate alle specifiche esigenze, senza necessità di un intervento “a cielo aperto” (che lascerebbe inevitabilmente cicatrici visibili) ma intervenendo esclusivamente dall’interno delle narici, in modo da non lasciare alcun segno visibile della chirurgia.

L’atto chirurgico inizia dopo la somministrazione endovenosa di un sedativo e successivamente dell’anestesia in loco. “Con le infiltrazioni di anestetico – spiega il chirurgo – viene infiltrato anche un farmaco vasocostrittore, in modo da ridurre al minimo il sanguinamento nel corso dell’intervento”. Successivamente è possibile procedere alla correzione da eseguire. “Se la dismorfia interessa la parte ossea, ovvero il naso si presenta gibboso, si asporta la porzione in eccedenza e si crea in questo modo il nuovo profilo. Nel corso dello stesso intervento possono essere corrette anche la punta e le cartilagini alari, in modo da ricreare un profilo naturale e armonioso”. L’intervento si conclude con le suture interne e l’applicazione di una specifica mascherina che favorirà la corretta guarigione. Le medicazioni successive, come il cambio della mascherina, andranno eseguite a distanza di una settimana dall’intervento, secondo le indicazioni del chirurgo. Essendo la parte molto irrorata dai piccoli vasi sanguigni, bisognerà pazientare per apprezzare la forma definitiva del naso, ma già in capo ad un paio di settimane il gonfiore sarà notevolmente ridotto e non si noterà più l’intervento del chirurgo, ma solo una nuova armonia nel viso. Le normali attività potranno essere gradualmente riprese dopo 12 giorni, facendo attenzione a non compiere movimenti bruschi o sforzi eccessivi.

Gli esiti di una rinoplastica sono davvero entusiasmanti, se sono state eseguite con dovizia gli studi preliminari del nuovo profilo. Questo è uno dei pochi interventi di chirurgia estetica in cui il risultato resta pressocchè definitivo: un naso rimodellato ad arte migliora tutto il volto, “sparendo” e lasciando il primato d’espressività agli organi di comunicazione, come occhi e bocca. “Spesso chi si sottopone ad una rinoplastica è una persona stanca di essere identificata e ricordata per il suo difetto. Dopo l’intervento riacquista fiducia nella propria immagine e di conseguenza affronta in maniera più positiva e grintosa le relazioni sociali”.

Un bel naso deve fondersi in armonia con i tratti del viso e dell’intera corporatura del paziente. Addirittura il carattere può incidere sulla scelta del rimodellamento chirurgico.

Il naso considerato bello è senz’altro armonioso solo se considerato nel complesso delle architetture del viso, senza risultare troppo particolare e senza essere vistoso. “Il bel naso – afferma il dottor Pallaoro – è il naso che non si nota. L’attenzione, nel viso, deve andare a occhi e bocca”.