Lifting viso: a che età è consigliato?

Il lifting del viso, noto anche come ritidectomia, è uno degli interventi di chirurgia estetica del viso più richiesti per contrastare i segni dell’invecchiamento cutaneo. Con il passare del tempo, la pelle perde elasticità, il tessuto adiposo si ridistribuisce, i muscoli del viso si rilassano e iniziano a comparire rughe profonde e cedimenti cutanei, in particolare nella zona mandibolare e del collo. Questi cambiamenti possono conferire al volto un aspetto stanco, segnato e invecchiato.

Uno dei dubbi più frequenti tra coloro che desiderano sottoporsi a un lifting è: qual è l’età giusta per farlo? La risposta non è univoca, poiché ogni persona invecchia in modo diverso in base a fattori genetici, stile di vita, esposizione ai raggi UV, alimentazione e abitudini personali. Per alcune persone, i primi segni del tempo possono comparire già intorno ai 40 anni, mentre altre mantengono un aspetto tonico fino ai 50-60 anni.

Oggi esistono molteplici soluzioni per contrastare l’invecchiamento, sia chirurgiche che non chirurgiche. Il laser frazionato, la radiofrequenza con microneedling (RF Microneedling) e il PRP (Plasma Ricco di Piastrine) sono trattamenti che permettono di ritardare il bisogno di un lifting viso o di ottimizzarne i risultati. Tuttavia, quando i segni dell’invecchiamento diventano marcati, il lifting facciale resta la soluzione più efficace e duratura.

Il processo di invecchiamento del viso

L’invecchiamento del viso è un processo graduale che inizia intorno ai 30 anni e progredisce con il passare del tempo. I principali cambiamenti che si verificano sono:

  • Diminuzione del collagene e dell’elastina: queste proteine sono fondamentali per il mantenimento della compattezza e dell’elasticità della pelle. Con il tempo, la loro produzione rallenta, causando lassità cutanea.
  • Atrofia dei tessuti molli: la perdita di volume in aree come gli zigomi e le guance porta a un aspetto più scavato e cadente del viso.
  • Cedimento della pelle e dei muscoli: con il tempo, la pelle perde tono e i muscoli sottostanti si rilassano, portando alla formazione di rughe profonde, solchi naso-labiali accentuati e rilassamento della linea mandibolare.
  • Riduzione della produzione di acido ialuronico: questa sostanza naturale contribuisce all’idratazione e al turgore della pelle. Con il passare degli anni, la sua carenza porta a una pelle più sottile e meno tonica.

Questi fattori contribuiscono alla formazione di rughe, solchi profondi e ptosi cutanea, rendendo il viso stanco e invecchiato.

Qual è l’età giusta per un lifting?

Sotto i 40 anni: prevenzione e trattamenti non invasivi

Prima dei 40 anni, la pelle è ancora in grado di mantenere una buona tonicità, ma possono iniziare a comparire le prime linee sottili e una leggera perdita di volume. In questa fase, il lifting non è necessario, ma è possibile rallentare l’invecchiamento con trattamenti non invasivi.

Trattamenti consigliati sotto i 40 anni:

  • Laser frazionato: migliora la texture della pelle, riduce i primi segni di foto-invecchiamento e stimola la produzione di collagene.
  • RF Microneedling: rassoda la pelle e migliora la qualità del tessuto sottostante, prevenendo la lassità cutanea.
  • PRP (Plasma Ricco di Piastrine): potenzia la rigenerazione cellulare e mantiene la pelle giovane e luminosa.
  • Botox e filler all’acido ialuronico: minimizzano le rughe d’espressione e mantengono i volumi del viso.

💡 Conclusione: Sotto i 40 anni, l’obiettivo è prevenire il rilassamento cutaneo e mantenere la pelle giovane senza interventi chirurgici.


Tra i 40 e i 50 anni: mini-lifting e trattamenti mirati

In questa fascia d’età, i primi segni di cedimento cutaneo diventano più visibili, in particolare lungo la mandibola e nella zona naso-labiale. È il momento ideale per trattamenti combinati che possano rassodare i tessuti senza un intervento invasivo.

Soluzioni consigliate tra i 40 e i 50 anni:

  • Mini-lifting: per chi presenta un rilassamento lieve o moderato.
  • Lifting del terzo inferiore: ridefinisce la linea mandibolare e riduce il rilassamento del mento.
  • Laser frazionato e RF Microneedling: mantengono la tonicità cutanea, migliorando la qualità della pelle.
  • PRP: stimola la rigenerazione cellulare e mantiene la pelle idratata e tonica.

💡 Conclusione: Dai 40 ai 50 anni, un mini-lifting combinato con trattamenti non invasivi può prevenire il cedimento cutaneo e mantenere un aspetto naturale.


Dopo i 50 anni: lifting completo per un ringiovanimento avanzato

Dopo i 50 anni, il cedimento della pelle e la perdita di definizione del viso diventano più evidenti. In questa fase, il lifting completo è spesso la soluzione più efficace.

Soluzioni consigliate dopo i 50 anni:

  • Lifting completo del viso e del collo: ripristina i contorni del viso e migliora la lassità cutanea.
  • Deep Plane Facelift: solleva i tessuti profondi per un risultato più duraturo e naturale.
  • Laser frazionato e RF Microneedling: per migliorare la texture della pelle e ridurre le rughe post-lifting.
  • PRP: accelera la guarigione e migliora la qualità della pelle.

💡 Conclusione: Dopo i 50 anni, il lifting diventa una soluzione ottimale, combinato con trattamenti per migliorare la qualità della pelle e i tempi di recupero.


Dopo i 60 anni: lifting e trattamenti di supporto per risultati ottimali

Dopo i 60 anni, la pelle ha subito un rallentamento significativo nella produzione di collagene e spesso presenta un eccesso cutaneo più marcato. In questa fase, è essenziale combinare il lifting a trattamenti che migliorino la texture della pelle e la tonicità dei tessuti.

Soluzioni consigliate dopo i 60 anni:

  • Lifting completo con correzione del collo: per rimuovere l’eccesso di pelle e ridefinire i contorni del viso.
  • Liposuzione del collo e del mento: per eliminare l’accumulo di grasso sotto il mento.
  • Laser frazionato: migliora la texture cutanea e riduce le macchie dell’età.
  • RF Microneedling: stimola la pelle a produrre nuovo collagene e migliora il tono cutaneo.
  • PRP: aiuta la guarigione e migliora la qualità della pelle dopo il lifting.

💡 Conclusione: Dopo i 60 anni, il lifting è la soluzione più efficace, ma deve essere accompagnato da trattamenti complementari per garantire un risultato armonioso e naturale.

Fattori che influenzano la decisione

Oltre all’età, la scelta di sottoporsi a un lifting dipende da diversi fattori:

  • Qualità della pelle: una pelle elastica risponde meglio all’intervento e permette di ottenere risultati più naturali.
  • Genetica: alcune persone presentano una predisposizione genetica a un invecchiamento precoce.
  • Stile di vita: il fumo, l’esposizione al sole senza protezione e una dieta poco equilibrata accelerano il processo di invecchiamento.
  • Aspettative personali: il paziente deve avere obiettivi realistici in merito ai risultati dell’intervento.

Tipologie di lifting e quando sceglierli

Esistono diverse tecniche di lifting viso, ciascuna indicata per specifiche esigenze:

Lifting facciale completo

È il trattamento ideale per chi presenta un avanzato rilassamento cutaneo. Corregge l’ovale del viso, riduce le rughe e migliora la definizione della mandibola e del collo.

Mini-lifting

Una versione meno invasiva del lifting tradizionale, indicata per chi ha un cedimento lieve o moderato. Comporta cicatrici ridotte e tempi di recupero più brevi.

Lifting del terzo medio e inferiore

Si concentra su guance, zigomi e mandibola. È indicato per chi presenta un cedimento localizzato senza eccesso di pelle nel collo.

Alternative al lifting chirurgico: trattamenti non invasivi

Per chi non è ancora pronto per un intervento chirurgico, esistono alternative efficaci:

  • Filler all’acido ialuronico: ripristina i volumi e migliora la tonicità del viso.
  • Botox: riduce le rughe d’espressione sulla fronte e intorno agli occhi.
  • Laser frazionato e RF Microneedling: migliorano la texture e la compattezza della pelle.

Quando il lifting è sconsigliato

Il lifting non è indicato nei seguenti casi:

  • Pazienti con pelle ancora elastica, che possono beneficiare di trattamenti meno invasivi.
  • Aspiranti pazienti con aspettative irrealistiche.
  • Persone con condizioni di salute che controindicano l’intervento, come disturbi della coagulazione o patologie cardiovascolari.