cheloide da piercing

Cicatrici cheloide da chirurgia

cheloide da vaccino

Cicatrice cheloide post vaccino

cheloide da incisione chirurgica

Cicatrice cheloide post cardio chirurgia

cheloide da ferita traumatica

Cicatrici cheloidee post traumatiche

Cheloide: Cos’è?

Il cheloide rappresenta una forma anomala e persistente di cicatrizzazione, in cui il tessuto fibroso si sviluppa in eccesso, estendendosi oltre i limiti della ferita originale. Si tratta di un disturbo cronico e benigno, ma fortemente impattante dal punto di vista estetico e funzionale, specialmente quando insorge in aree visibili o sottoposte a movimenti continui. Questa alterazione cicatriziale si differenzia nettamente dalle cicatrici ipertrofiche, le quali, pur apparendo spesse e arrossate, rimangono circoscritte al contorno della lesione iniziale. Il cheloide, al contrario, invade i tessuti circostanti, crescendo in maniera progressiva anche dopo la guarigione della ferita.

A livello microscopico, i cheloidi sono caratterizzati da una sovrapproduzione di collagene tipo III, una proteina che normalmente contribuisce alla rigenerazione del derma. Tuttavia, nei pazienti predisposti, questo meccanismo fisiologico diventa patologico, determinando un’espansione fibrosa esuberante. Le aree più frequentemente interessate includono il torace (soprattutto lo sterno), le spalle, la parte superiore della schiena, i lobi auricolari e, talvolta, il viso o la mandibola. Le manifestazioni cliniche variano: alcuni cheloidi sono asintomatici, mentre altri possono causare dolore, bruciore, prurito persistente e rigidità cutanea.

In chirurgia estetica, la formazione di cheloidi rappresenta una complicanza temuta, soprattutto in pazienti con storia clinica nota o fototipo cutaneo predisposto. Alla Clinica Pallaoro, l’approccio a questo inestetismo è altamente specialistico: include la prevenzione chirurgica intraoperatoria, il controllo post-operatorio accurato e l’eventuale trattamento con laser, infiltrazioni cortisoniche o chirurgia revisione. L’obiettivo è duplice: da un lato migliorare l’estetica e ridurre il disagio, dall’altro evitare recidive attraverso un protocollo personalizzato.

Come si diagnostica un cheloide?

Diagnosticare il cheloide non è particolarmente complesso vista le sue caratteristiche piuttosto rilevanti. E’ infatti sufficiente che il medico esamini la lesione cicatriziale per comprendere che la stessa presente alcune caratteristiche inequivocabile che portano alla diagnosi. Il colore del cheloide inizialmente è rosso intenso della lesione e progressivamente diventa roseo. Ovviamente non presenta annessi cutanei come i follicoli piliferi. La lesione cheloidea non tende alla progressiva e spontanea riduzione come invece succede per le cicatrici mature. Il cheloide cresce oltre le misure della lesione originale e tende a svilupparsi ulteriormente. La trama si presenta irregolare e la consistenza gommosa. Il cheloide frequentemente procura prurito, fastidio o indolenzimento. Queste sensazioni si acuiscono con i movimenti o tirando la pelle nella sede affetta. Il cheloide che sorge vicino ad un’articolazione può causare la riduzione della mobilità dell’arto.

Fattori di rischio e cause della formazione di cheloidi

La genesi dei cheloidi è multifattoriale e coinvolge una complessa interazione tra genetica, risposta immunitaria e fattori ambientali. Tra le cause più comuni rientrano:

  • Traumi cutanei: anche lesioni minime possono attivare il processo patologico nei soggetti predisposti;
  • Interventi chirurgici (estetici e non): mastoplastica, addominoplastica, lifting, otoplastica e blefaroplastica possono indurre cheloidi se la cicatrizzazione è anomala;
  • Vaccinazioni, iniezioni e piercing: particolarmente frequenti i cheloidi auricolari dopo foratura dei lobi;
  • Ustioni, acne severa e infezioni cutanee: i processi infiammatori prolungati favoriscono la risposta fibrotica eccessiva.

A questi si aggiungono fattori predisponenti:

  • Età compresa tra i 10 e i 30 anni;
  • Fototipo cutaneo scuro (IV, V, VI della classificazione Fitzpatrick);
  • Familiarità con cicatrizzazione anomala;
  • Zone anatomiche ad alta tensione cutanea (come lo sterno).

Chi è maggiormente a rischio cheloide?

La formazione del cheloide si verifica su soggetti che sono predisposti a tale condizione. E’ probabile che chi ha una storia familiare di cheloidi possa sviluppare una lesione di questo tipo. E’ estremamente più probabile la formazione del cheloide su una persona di colore oppure asiatica rispetto ad una bianca. I pazienti di colore o asiatici hanno una probabilità fino a 15 volte superiore ad un bianco europeo di sviluppare il cheloide. Alcune regioni del corpo sono statisticamente più colpite come ad esempio regione deltoidea, tronco, lobi delle orecchie.

La familiarità ed il colore della pelle sono i fattori maggiormente caratterizzanti del paziente soggetto a cheloide.

Diagnosi dei cheloidi: come riconoscerli

La diagnosi dei cheloidi si basa sull’esame clinico. Il chirurgo estetico osserva attentamente le caratteristiche della cicatrice:

  • Aspetto clinico: il cheloide si presenta come una lesione in rilievo, lucida, di colore rosso-violaceo o brunastro, che supera i margini della ferita originale;
  • Consistenza: palpabile come nodulo duro o gommoso;
  • Evoluzione temporale: può crescere anche a distanza di mesi dalla lesione;
  • Sintomi associati: prurito, dolore alla pressione, infiammazione persistente.

In casi selezionati, per escludere patologie neoplastiche rare o condizioni dermatologiche autoimmuni, può essere indicata una biopsia cutanea.

I trattamenti del cheloide

Le cicatrici brutte vengono normalmente rimosse con l’escissione del tessuto cicatriziale. Se si esegue l’escissione del cheloide si indurrà effettivamente la formazione di un processo cicatriziale cheloideo più intenso ed esteso. Tale approccio va evitato o comunque gestito in maniera specifica.

Le possibilità offerte dalla medicina e chirurgia per ridurre o contenere il cheloide sono le seguenti:

Iniezioni di cortisone

Si eseguono infiltrazioni di cortisone all’interno del cheloide. La procedura è efficace perché effettivamente riduce l’entità del tessuto cheloideo in maniera sicura, poco invasiva e non particolarmente dolorosa. La procedura comporta una infiltrazione ogni 30 giorni. Dopo alcune sedute il cheloide risulterà appiattito e meno evidente. Il risultato di questo trattamento è gradito a circa il 76% dei pazienti. Comunque la formazione di tessuto cheloideo “recidivo” è altamente probabile e quindi la terapia dovrà essere ripetuta nel tempo.

Laser

Il laser è una metodica molto utilizzata perché appiattisce il cheloide rendendolo meno visibile. Il laser induce una progressiva regressione del cheloide ma sempre con una elevata probabilità di recidiva. L’intervento laser è efficace e sicuro ma richiede di molte sedute.

Iniezione d’interferone

Questa metodica prevede l’iniezione del farmaco direttamente nella lesione per ridurne l’estensione e le dimensioni. Si tratta di un trattamento nuovo che presenta diversi punti d’incertezza e quindi non riteniamo di avvallare attualmente lo stesso.

Fogli di silicone

La copertura della lesione cicatriziale cheloidea con speciali fogli di silicone può in alcuni casi comportare benefici. Questo trattamento è più indicato per agevolare la riduzione di una cicatrice ipertrofica. Per i cheloidi il risultato più frequente è quello di ottenere un contenimento e non una riduzione.

Crioterapia

La tecnica della crioterapia per la riduzione del tessuto cheloideo è abbastanza efficace. Le cellule della lesione vengono congelate con l’azoto liquido e quindi si osserva una effettiva regressione dell’entità del cheloide. La crioterapia ha effetti collaterali come la formazione di macchie chiare o ipocromiche.

Altre terapie

Ci sono altri trattamenti che vengono proposti come procedure efficaci per la correzione dei cheloidi come ad esempio radiazioni, iniezioni d’interferone o iniezioni di fluorouracile. sono trattamenti di dubbia efficacia e/o con effetti collaterali indesiderati importanti.

Prevenzione

La prevenzione del cheloide purtroppo non è legata alla cura della guarigione della incisione, ferita o trauma che possa in qualche maniera generare la lesione. L’unica vera prevenzione del cheloide – che interessa soltanto alle persone che sono soggette a tale condizione – è quella di evitare tutti quelli eventi o fatti che possano comportare la creazione di una lesione cutanea. Ad esempio vanno evitati i fori per gli orecchini e ovviamente i piercing. Vanno evitati interventi chirurgici non necessari. Vanno evitati i tatuaggi e anche la rimozione degli stessi. Vanno evitate le attività fisiche e sportive che comportano rischio abrasioni e tagli.

Sinteticamente prevenire un cheloide vuol dire prevenire le ferite, incisioni, tagli ed abrasioni.

FAQ

Qui affrontiamo alcune delle domande più comuni che riceviamo dai nostri pazienti relativamente ai cheloidi, cicatrice cheloidea e trattamenti consigliati.

Cosa causa la formazione di una cicatrice cheloide?

Le cicatrici cheloidee si sviluppano a seguito di una guarigione anomala della pelle e possono formarsi dopo qualsiasi lesione cutanea. Spesso sono associate a procedure comuni come i piercing, specialmente i “cheloide piercing”, e possono manifestarsi in aree come l’orecchio, portando a “cheloidi orecchio”.

Qual è la differenza tra una cicatrice normale e una cicatrice cheloidea?

A differenza delle cicatrici normali, le cicatrici cheloidee crescono eccessivamente al di fuori dei bordi della ferita originale, assumendo un aspetto rigonfio e spesso rosso o violaceo. “Cheloide immagini” può fornire una rappresentazione visiva di questa condizione.

I cheloidi si riassorbono da soli?

Contrariamente ad alcune credenze, i cheloidi raramente si riassorbono spontaneamente. Tendono a rimanere stabili o ad aumentare di dimensione nel tempo. È importante consultare un professionista per discutere le opzioni di trattamento.

Quali sono i trattamenti disponibili per le cicatrici cheloidee alla Clinica Pallaoro?

Offriamo una gamma di trattamenti, che possono includere iniezioni di corticosteroidi, terapia laser, chirurgia, o una combinazione di queste tecniche. Il trattamento appropriato varierà in base alla dimensione, alla posizione e alla maturità della cicatrice cheloidea.

Esistono metodi per prevenire la formazione di cheloidi dopo un intervento chirurgico o un piercing?

Sì, la prevenzione è un aspetto fondamentale nella gestione delle cicatrici cheloidee. Seguire attentamente le istruzioni post-operatorie, come mantenere la ferita pulita e minimizzare la tensione sulla pelle, può ridurre il rischio. Inoltre, trattamenti preventivi come l’applicazione di silicone gel o bende possono essere utili.

Dove posso trovare immagini che illustrano l’aspetto dei cheloidi?

Per una comprensione visiva delle cicatrici cheloidee, potete cercare “cheloide immagini” nella nostra galleria fotografica o richiedere una consulenza online.

I cheloidi possono essere recidivi?

Sì, c’è una possibilità di recidiva, specialmente se la causa scatenante non è stata eliminata. Seguire le linee guida post-trattamento e mantenere una comunicazione aperta con il vostro chirurgo può aiutare a minimizzare il rischio di ricorrenza.