
L’elettrocoagulazione è una tecnica chirurgica che utilizza la corrente elettrica ad alta frequenza per coagulare i tessuti biologici, inducendo una denaturazione proteica e la chiusura immediata dei vasi sanguigni. In ambito medico-estetico, rappresenta uno degli strumenti più affidabili per ottenere un controllo preciso dell’emostasi durante gli interventi. Il principio fisico è semplice: l’energia elettrica, erogata attraverso un elettrodo attivo (ago, pallina o pinza), genera calore localizzato che raggiunge temperature comprese tra 60° e 100°C, sufficienti a coagulare il sangue e sigillare i capillari senza carbonizzare eccessivamente i tessuti circostanti. Esistono diverse modalità: la monopolare (corrente che passa dal punto di applicazione al dispersore posto sul paziente) e la bipolare (corrente che scorre solo tra le due branche della pinza, più sicura e precisa). In chirurgia estetica la bipolare è preferita perché riduce il rischio di dispersione di corrente e limita il danno termico ai soli tessuti afferrati. Questa metodica è parte integrante di quasi tutti gli interventi eseguiti presso la Clinica Pallaoro, dove viene impiegata sia con bisturi elettrici che con pinze bipolari dedicate.
Emostasi intraoperatoria
Il sanguinamento durante un intervento di chirurgia estetica può derivare da sezione di piccoli vasi, capillari superficiali o da una ridotta capacità coagulativa del paziente (farmaci anticoagulanti, alterazioni piastriniche). Un’emostasi inadeguata prolunga i tempi chirurgici, aumenta il rischio di ematomi post-operatori e può compromettere il risultato estetico con cicatrici ipertrofiche o discromie. L’elettrocoagulazione permette di prevenire queste complicanze agendo in tempo reale: il chirurgo identifica il punto sanguinante e applica l’elettrodo per pochi secondi, ottenendo la chiusura istantanea del vaso.
Diagnosi e valutazione preoperatoria del rischio emorragico
Prima di ogni intervento viene eseguito un accurato esame emocoagulativo (PT, aPTT, conta piastrinica, INR) e un’anamnesi farmacologica per identificare pazienti a rischio. In presenza di alterazioni, si può optare per l’interruzione temporanea di farmaci antitrombotici o per l’uso esclusivo di elettrocoagulazione bipolare ultra-delicata, che minimizza il trauma termico.
Rischi e complicanze dell’elettrocoagulazione
Sebbene molto sicura, l’elettrocoagulazione non è priva di rischi: ustioni cutanee da dispersione di corrente (soprattutto con tecnica monopolare), necrosi tissutale da eccessiva potenza o tempo di applicazione, ritardo di guarigione in zone delicate (palpebre, collo). Per questo alla Clinica Pallaoro si utilizzano esclusivamente elettrobisturi di ultima generazione con feedback di impedenza e sistemi di dispersione attivi che riducono quasi a zero tali evenienze
Elettrocoagulazione negli interventi di chirurgia estetica
L’elettrocoagulazione è impiegata in praticamente tutti gli interventi di chirurgia estetica eseguiti dal Dr. Pallaoro:
- Blefaroplastica: coagula i piccoli vasi palpebrali riducendo ecchimosi e gonfiore post-operatorio
- Lifting del viso e del collo: controlla il sanguinamento nei piani di scollamento SMAS e platismale
- Addominoplastica: fondamentale per l’emostasi del lembo addominale e dei vasi perforanti
- Rinoplastica: utilizzata con pinze bipolari micro per controllare il sanguinamento delle mucose
- Otoplastica e rimozione di neoformazioni cutanee (nei, cisti, lipomi): spesso l’elettrocoagulazione è l’unica energia necessaria per escissione e contestuale emostasi
Senza un’adeguata elettrocoagulazione, molti di questi interventi avrebbero un decorso post-operatorio molto più lungo e con risultati estetici inferiori.
FAQ – Domande frequenti sull’elettrocoagulazione in chirurgia estetica
L’elettrocoagulazione lascia cicatrici? No, se eseguita correttamente. Il danno termico è limitato alla profondità del vaso coagulato e non raggiunge il derma papillare.
Fa male durante l’intervento? Assolutamente no: l’intervento avviene in anestesia locale o generale, il paziente non percepisce nulla.
È pericolosa per il cuore o per chi ha il pacemaker? Con la tecnica bipolare moderna il rischio è praticamente nullo. In pazienti con pacemaker si utilizza comunque la modalità bipolare e si posiziona il dispersore lontano dal dispositivo.
Quanto aumenta il tempo operatorio? Al contrario, l’elettrocoagulazione riduce i tempi chirurgici perché elimina la necessità di legature multiple.




