Tutto sulla calvizie della donna
L’alopecia androgenetica femminile è una condizione che colpisce un numero significativo di donne, spesso in età adulta, causando una progressiva perdita di capelli. Questa forma di alopecia è ereditaria e causata dall’azione degli ormoni androgeni, come il diidrotestosterone (DHT), che indebolisce i follicoli piliferi. La condizione si manifesta generalmente con un assottigliamento diffuso nella parte superiore del cuoio capelluto, senza portare alla calvizie completa tipica degli uomini. Molte donne affette da questa patologia possono sperimentare una riduzione della densità dei capelli, che influisce negativamente sull’immagine di sé e sulla qualità della vita.
La diagnosi precoce è cruciale per gestire efficacemente la condizione e limitare la perdita di capelli. Trattamenti come il minoxidil e, in casi selezionati, la finasteride possono rallentare la progressione della malattia e favorire la ricrescita. Anche tecniche come il trapianto di capelli sono una soluzione definitiva per chi cerca risultati a lungo termine. La Clinica Pallaoro è specializzata nella cura dell’alopecia femminile, offrendo un approccio personalizzato basato su diagnosi accurate e trattamenti moderni e minimamente invasivi. Per chi sospetta di essere affetto da alopecia androgenetica, una visita specialistica rappresenta il primo passo per ottenere una diagnosi precisa e un piano terapeutico efficace.
Cause dell’alopecia androgenetica femminile
L’alopecia androgenetica femminile è una condizione complessa che coinvolge diversi fattori, prevalentemente genetici e ormonali, ma influenzata anche da altri elementi esterni e fisiologici. La causa principale è la sensibilità dei follicoli piliferi all’ormone diidrotestosterone (DHT), un derivato del testosterone. Anche se le donne producono testosterone in quantità molto minori rispetto agli uomini, questo ormone e i suoi derivati possono avere un impatto significativo sulla salute dei follicoli. La miniaturizzazione dei follicoli piliferi è il meccanismo chiave attraverso cui l’alopecia androgenetica si sviluppa: i capelli diventano sempre più sottili e corti, fino a cadere.
Oltre alla predisposizione genetica e agli ormoni, esistono altri fattori che possono contribuire a peggiorare la situazione o accelerare il processo:
1. Predisposizione genetica
Uno dei principali fattori di rischio è la componente genetica. Le donne con un familiare diretto affetto da alopecia androgenetica hanno una probabilità più alta di sviluppare questa condizione. La trasmissione genetica può avvenire sia dal lato materno che paterno, rendendo l’ereditarietà un fattore chiave nella diagnosi.
2. Alterazioni ormonali
Gli ormoni androgeni giocano un ruolo fondamentale nell’alopecia androgenetica. Il DHT si lega ai recettori dei follicoli piliferi, causando un restringimento progressivo e un ciclo di vita più breve del capello. Eventi come la menopausa rappresentano una fase critica nella vita di una donna, durante la quale gli squilibri ormonali possono peggiorare la perdita di capelli. L’abbassamento dei livelli di estrogeni durante la menopausa lascia spazio a un aumento relativo dell’azione degli androgeni, accelerando la miniaturizzazione dei follicoli.
3. Cambiamenti fisiologici legati all’età
Con l’avanzare dell’età, la produzione di ormoni cambia drasticamente, e questo può influenzare negativamente i capelli. La densità e la qualità del cuoio capelluto possono diminuire anche senza una predisposizione genetica, ma nelle donne affette da alopecia androgenetica, l’età amplifica la progressione della patologia.
4. Stress e stile di vita
Anche se lo stress non è una causa diretta dell’alopecia androgenetica, può comunque agire come fattore scatenante o aggravante. Eventi stressanti prolungati possono alterare l’equilibrio ormonale, portando a un aumento degli androgeni e, di conseguenza, accelerando la caduta dei capelli. Uno stile di vita poco sano, una dieta squilibrata o carenze nutrizionali possono influire negativamente sulla salute generale dei capelli. Una dieta povera di proteine, ferro e vitamine del gruppo B può indebolire i follicoli piliferi.
5. Problemi endocrini
Disturbi come la sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) possono causare un aumento della produzione di androgeni, che in molte donne porta a un peggioramento dell’alopecia androgenetica. Il trattamento di questi disturbi può migliorare anche la caduta dei capelli.
6. Farmaci e trattamenti medici
Alcuni farmaci, come quelli utilizzati nella terapia ormonale sostitutiva o antidepressivi, possono avere effetti collaterali che includono la perdita di capelli. È importante considerare questi fattori nella diagnosi e nella pianificazione del trattamento per evitare di aggravare la condizione.
Alopecia androgenetica femminile: Sintomi e caratteristiche
Come per l’uomo anche per il sesso femminile l’aspetto ereditario rappresenta un elemento significativo. È infatti più facile che la calvizie si manifesti in quelle donne che hanno già assistito alla perdita di capelli di nonni, genitori e fratelli. A differenza invece di quella maschile più precoce, l’alopecia androgenica femminile tende a fare la sua comparsa intorno ai trenta/quarant’anni, si localizza sulla sommità del capo insistendo particolarmente sopra la fronte e attorno alle tempie e risulta progredire in maniera molto più lenta. Nella scala di Ludwing (“tabella” utilizzata universalmente dai tricologi che fotografa il progressivo diradamento dei capelli suddividendo in VII stadi la perdita dei capelli che passa da una leggera stempiatura alla calvizie conclamata) l’alopecia androgenetica femminile passa attraverso soli tre stadi iniziando da un lieve diradamento sulla sommità del capo che poi si aggrava fino alla stempiatura della medesima area, ma sempre risparmiando una fascia frontale di capelli. Nella donna difficilmente si osserverà l’assenza totale di capelli che caratterizza alcuni uomini poiché sarà sempre presente una quantità di capelli sebbene miniaturizzati.
Riconoscere precocemente i sintomi permette un’azione terapeutica più efficace.
Alopecia androgenetica femminile: Diagnosi
È possibile arrestare il processo di diradamento dei capelli nella donna e per ottenere buoni risultati la diagnosi precoce risulta essere un fondamentale alleato. Per capire la gravità del problema è necessario sottoporsi ad un test diagnostico definito tricogramma. A cura del medico sarà poi l’anamnesi, ovvero la storia clinica del paziente, che dovrà tenere necessariamente conto della familiarità con il problema, ma anche dell’eventuale assunzione di farmaci anticoncezionali, della regolarità del ciclo mestruale ed infine di eventuali manifestazioni che suggeriscano iperandrogenismo. Il quadro clinico dell’alopecia androgenetica femminile potrà essere considerato completo con l’aggiunta di esami diagnostici che quantificheranno androgeni, cortisolo, ormoni tiroidei, TSH, SHBG, estrogeni, progesterone e gonadotropine (LH, FSH) presenti nel sangue soprattutto prendendo in considerazione le varie fasi associate al ciclo mestruale. Un quadro clinico completo permetterà al medico specialista di prescrivere una cura di tipo farmacologico che possa agire sugli ormoni evitando il più possibile gli effetti collaterali.
Alopecia androgenetica femminile: Trattamento
L’alopecia androgenica femminile risponde a cure terapiche dimostratesi del tutto inefficaci nello stesso disturbo declinato al maschile. Esse possono essere di due diverse tipologie:
- Terapia topica: di questo gruppo fanno parte le soluzioni farmacologiche che vanno utilizzate a contatto diretto con il cuoio capelluto, ne sono un esempio il minoxidil o l’estrone solfato. Altre opzioni risultate efficaci sono le soluzioni composte di acqua e alcool a base di progesterone o dei suoi derivati che possono essere associati a spironolattone. L’acido azelaico invece svolge un’attività di contrasto all’eccessiva attività dell’enzima 5-alfa-reduttasi.
- Terapia sistemica: prevede la somministrazione di farmaci per via orale o per iniezione è nell’alopecia androgenetica femminile risulta efficace per il contrasto dell’iperandrogenismo causato da disfunzioni come nel caso di PCOS, mentre se causato da problematiche di tipo organico come può accadere nelle neoplasie che secernono ormoni androgeni allora è necessario l’intervento di rimozione chirurgica della causa.
Se ad essere carente è invece il progesterone sarà necessario integrarlo attraverso l’utilizzo di progestinici di sintesi che andranno somministrati con terapia sistemica.
Nella maggior parte dei casi di alopecia androgenetica femminile il trattamento prescritto consiste in un mix di ormoni estrogeni e progestinici (principalmente etinilestradiolo e ciproterone acetato), una combinazione che è risultata utile anche per trattare gli effetti collaterali dell’iperandrogenismo femminile.
Alopecia androgenetica femminile: Terapie mediche
Recentemente sono disponibili due nuove terapie che hanno dimostrato un grado di stimolo elevato nella rigenerazione follicolare. Queste sono basate sul naturale meccanismo di riparazione del corpo a seguito di un trauma mirato.
- PRP (plasma ricco di piastrine)
Ha la finalità d’infiltrare un condensato piastrinico nella zona soggetta a calvizie in modo che le piastrine stimolino un meccanismo rigenerativo follicolare attivando inoltre i fattori di crescita e le cellule staminali follicolari. - Needling
Produce – con un piccolo rullo dotato da centinaia di micro aghi – molte migliaia di microtraumi nel derma profondo e quindi induce similmente al PRP un processo di rigenerazione cellulare.
Alopecia androgenetica femminile: Trapianto capelli
La innovativa ed esclusiva tecnica di trapianto capelli Micro FUE ad espianto sezionale quando applicata ad una donna, presenta alcune differenze che sono finalizzate a rendere l’esperienza post operatoria più agevole. Questo tipo di chirurgia vede l’efficacia del risultato dopo alcuni mesi e raggiunge il massimo effetto dopo 9 / 12 mesi. Come abbiamo accennato nel paragrafo precedente, la calvizie femminile è un dramma e difficile risulta anche il periodo postoperatorio nel quale la paziente attende la ricrescita dei capelli. Per eseguire il trapianto in un paziente maschio, si procede quasi sempre alla rasatura di tutta la testa, in modo da poter espiantare e impiantare in una unica sessione il massimo delle unità follicolari possibile. Nei giorni successivi il paziente avrà la testa rasata e i capelli nativi incominceranno a crescere. I capelli trapiantati crescono invece dopo 3 mesi. Per un uomo essere rasato di solito non è un problema maggiore. Per una donna potrebbe essere invece un disagio maggiore.
Il trapianto capelli Micro FUE sezionale per l’ alopecia androgenetica femminile ha le seguenti caratteristiche:
- La zona donatrice è rasata ma si cerca di limitare al massimo l’area. Normalmente la donna con i capelli mediamente lunghi riesce a nascondere la zona rasata.
- L’espianto avviene con il punch da 0.7 mm per prelevare sezioni di unità follicolare e quindi preservare la zona donatrice.
- La zona ricevente non è rasata e si procede quindi con l’impianto delle U.F. con tecnica intrafollicolare. S’impiantano i follicoli tra i capelli esistenti senza rasarli. Questa variante tecnica comporta un importante dispendio di energie e di tempo e – purtroppo – anche la riduzione delle unità follicolari impiantate.
- Il postoperatorio è molto più camuffato perché già dopo una settimana, la paziente ha un aspetto “non operato” per cui potrà attendere serenamente la ricrescita dei capelli trapiantati.
FAQ: Domande frequenti sull’alopecia androgenetica femminile
1. È possibile prevenire l’alopecia androgenetica femminile?
L’alopecia androgenetica femminile non può essere completamente prevenuta poiché è legata a fattori genetici e ormonali. Tuttavia, una diagnosi precoce e l’adozione tempestiva di trattamenti mirati possono rallentare la progressione della condizione e limitare la perdita di capelli.
2. Qual è la differenza tra l’alopecia androgenetica femminile e quella maschile?
L’alopecia androgenetica maschile si manifesta tipicamente con la calvizie frontale e temporale, con una regressione della linea frontale dei capelli. Al contrario, nelle donne, la perdita di capelli è più diffusa e si concentra nella parte centrale del cuoio capelluto, senza una completa calvizie. Nelle donne si parla più spesso di diradamento anziché di caduta totale.
3. Il trapianto di capelli è una soluzione definitiva per l’alopecia androgenetica femminile?
Sì, il trapianto di capelli è una soluzione definitiva per le donne idonee. Durante la procedura, i follicoli piliferi vengono trasferiti da aree non affette (solitamente la parte posteriore del cuoio capelluto) alle aree diradate. Questi nuovi capelli sono resistenti agli effetti del DHT e, pertanto, il risultato è permanente.
4. Dopo quanto tempo si vedono i risultati dei trattamenti farmacologici per l’alopecia androgenetica?
I tempi per vedere risultati possono variare, ma solitamente con il minoxidil i primi segni di miglioramento si osservano dopo circa 3-4 mesi di trattamento regolare. Per ottenere un risultato visibile e stabile, possono essere necessari dai 6 ai 12 mesi. La finasteride, prescritta in alcuni casi specifici, può richiedere un tempo simile per mostrare i suoi effetti.
5. I trattamenti come il minoxidil e la finasteride devono essere usati a vita?
Sì, per mantenere i risultati ottenuti, è necessario continuare l’uso dei trattamenti. La sospensione del minoxidil o della finasteride può portare alla ripresa della perdita di capelli, tornando ai livelli iniziali. L’uso costante è dunque fondamentale per conservare i benefici raggiunti.
6. Quali sono gli effetti collaterali più comuni dei trattamenti farmacologici?
Il minoxidil è generalmente ben tollerato, ma alcuni pazienti possono sperimentare irritazione o secchezza del cuoio capelluto. La finasteride, utilizzata prevalentemente per gli uomini, ma in alcuni casi anche nelle donne post-menopausa, può avere effetti collaterali come diminuzione della libido o alterazioni ormonali. È fondamentale discutere con un medico prima di iniziare qualsiasi terapia farmacologica.
7. Qual è il miglior candidato per il trapianto di capelli tra le donne?
Le donne con perdita di capelli circoscritta o diradamento nelle zone frontali e superiori sono generalmente buone candidate per il trapianto di capelli. Tuttavia, non tutte le donne con alopecia androgenetica sono idonee. Una valutazione medica è necessaria per determinare se il trapianto è la soluzione migliore, valutando la qualità e la densità dei capelli nelle aree donatrici.
8. Il trapianto di capelli lascia cicatrici visibili?
La tecnica di trapianto FUE (Follicular Unit Extraction) utilizzata presso la Clinica Pallaoro lascia cicatrici minime, praticamente invisibili a occhio nudo. I piccoli fori attraverso cui vengono estratti i follicoli si cicatrizzano rapidamente, lasciando pochissime tracce. È importante seguire le indicazioni post-operatorie per favorire una guarigione ottimale.
9. Esistono trattamenti non chirurgici oltre al minoxidil e alla finasteride?
Sì, esistono diverse opzioni non chirurgiche oltre ai farmaci. Uno dei trattamenti più innovativi è il PRP (Plasma Ricco di Piastrine), una terapia rigenerativa che utilizza il sangue del paziente per stimolare la ricrescita dei capelli. Il PRP favorisce la rigenerazione dei follicoli piliferi e può essere un complemento o un’alternativa ai trattamenti farmacologici.
10. Lo stress può influenzare l’alopecia androgenetica?
Sì, lo stress cronico può influire negativamente sulla salute dei capelli. Anche se non è una causa diretta dell’alopecia androgenetica, lo stress può peggiorare il diradamento, alterando l’equilibrio ormonale e causando un telogen effluvium, una condizione temporanea di caduta diffusa dei capelli che può complicare il quadro clinico dell’alopecia androgenetica.