A cura del dott. Carlo Alberto Pallaoro specialista chirurgia plastica ed è aggiornata al 13/12/2019. Informazioni a info@pallaoro.it

Tipi di laser per specifici impieghi in chirurgia estetica

Il termine laser è usato in maniera eccessivamente generalista ma è invece opportuno chiarire che ci sono diversi tipi di laser indicati per specifiche finalità. si pensi ad esempio a quello impiegato per modellare il cristallino durante l’intervento per la correzione dei difetti visivi e quello adatto per produrre incisioni immediate e profonde durante un intervento chirurgico.

Alla Clinica Pallaoro vengono impiegati i seguenti laser per le finalità descritte.

Laser CO2 superpulsato

Strumento indicato per la fototermolise dei tessuti finalizzata a:

Laser CO2 frazionato

Questo dispositivo moderno produce con un impulso una serie di micro fori nella cute con dimensioni e profondità assolutamente regolabili. Il laser frazionato viene impiegato in chirurgia estetica entusiasticamente perché offre risultati interessanti con tempi di guarigione molto minori ad altre soluzioni laser o di altra tecnologia.

  • ringiovanimento del viso
  • rughe superficiali
  • rassodamento cutaneo
  • smagliature
  • cicatrici
  • macchie

Laser Q-Switched Nd YAG

Si tratta di un modernissimo tipo di laser che sviluppa una energia elevata in una frazione di secondo talmente breve che è in grado di colpire il bersaglio faccendolo esplodere per un meccanismo fisico chiamato pressione foto dinamica. Il tessuto colpito non riceve alcun danno termico e quindi non si verifica il rischio di cattiva cicatrizzazione. Il laser viene impiegato per le seguenti finalità:

Il laser nella chirurgia estetica

L’introduzione delle strumentazioni laser nel mondo della medicina ha senz’altro rivoluzionato anche il campo della chirurgia estetica. Il laser Co2 ha letteralmente soppiantato il bisturi nella realizzazione di alcuni interventi. Infatti le caratteristiche che rendono questo strumento un prezioso alleato del chirurgo sono la precisione millimetrica delle incisioni, la sterilità dello strumento, la coagulazione contemporanea alla recisione dei tessuti che riduce di gran lunga il sanguinamento con la conseguenza di tempi postoperatori più rapidi.

chirurgia laserIl laser ad anidride carbonica utilizzato in chirurgia estetica emette un sottilissimo raggio di luce ad infrarossi monocromatica e coerente che penetra nei tessuti solamente di un decimo o due decimi di millimetro. La temperatura dei liquidi contenuti nei tessuti colpiti si innalza repentinamente provocando l’esplosione delle cellule interessate. È in questo modo che si realizza il sottile taglio del raggio laser. L’apparecchio genera il raggio in una camera contenente anidride carbonica che consente una particolare frequenza.

Altra caratteristica del raggio laser è l’intermittenza dell’emissione luminosa. Ciò permette di vaporizzare solamente lo strato superficiale della pelle in tempi pressoché istantanei senza alterare i tessuti circostanti alla zona colpita.

Nello specifico ecco le peculiarità del laser applicato in luogo del bisturi:

Precisione

Il laser è uno strumento maneggevole e le incisioni con questo mezzo possono raggiungere alcune zone corporee con grande precisione.

Sterilità

Le asportazioni chirurgiche effettuate con questo strumento avvengono senza contatto, a differenza delle incisioni meccaniche con il bisturi.

Ridotte perdite ematiche

Il laser, innalzando la temperatura delle cellule colpite, oltre a provocare l’incisione, contemporaneamente coagula i piccoli vasi sanguigni recisi, fermando l’emorragia e riducendo di gran lunga le perdite ematiche.

Ridotti tempi post operatori

Nella procedura di Peeling Laser, lo strumento evidenzia un’altra caratteristica propria di tale tecnologia luminosa, cioè il processo di fototermolisi selettiva. Il raggio, cioè, asporta mediante l’energia luminosa (foto-) trasformata in calore (-termolisi) solo la parte colpita, quindi i tessuti superficiali, preservando il derma profondo (selettiva). Questo tipo di procedura favorisce una uniforme riepitelizzazione, cioè la formazione di nuovo epitelio, lo strato superficiale del derma.