Mastoplastica additiva: Quale protesi del seno scegliere: Guida completa 2025

L’intervento di mastoplastica additiva rappresenta molto più di una semplice procedura di chirurgia estetica; per molte donne è il punto di arrivo di un percorso personale volto a ritrovare una piena sintonia con la propria immagine. Che si desideri aumentare un seno considerato troppo piccolo, ripristinare il volume e la tonicità persi dopo una gravidanza o una perdita di peso, o correggere un’asimmetria congenita, l’obiettivo finale è sempre lo stesso: raggiungere un’armonia estetica che si traduca in un profondo benessere psicofisico e in una rinnovata fiducia in se stesse. Oggi, nel 2025, la mastoplastica additiva ha raggiunto un livello di sofisticazione impensabile fino a qualche decennio fa. L’approccio moderno è interamente basato sulla personalizzazione, abbandonando l’idea di un risultato standardizzato per abbracciare un concetto di bellezza su misura, che rispetta e valorizza l’unicità di ogni corpo.

In questo scenario evoluto, la scelta della protesi mammaria assume un’importanza capitale, diventando il cuore dell’intero processo. Non si tratta solo di decidere una “taglia” in più, ma di selezionare il dispositivo medico che diventerà parte integrante del proprio corpo per molti anni. Una decisione affrettata o poco informata può compromettere il risultato, rendendolo innaturale o distante dalle proprie aspettative. Questa guida completa è stata creata proprio per illuminare questo percorso decisionale. Analizzeremo in dettaglio ogni fattore chiave – dalla forma al materiale, dalla superficie al volume e alla proiezione – fornendoti gli strumenti per diventare una paziente consapevole e una partner attiva nel dialogo con il tuo chirurgo. Affrontare questo viaggio con conoscenza è il primo, fondamentale passo per trasformare un sogno in una splendida e soddisfacente realtà.

Forma della protesi: rotonda o anatomica?

La prima grande scelta da affrontare riguarda la forma dell’impianto. Non esiste una forma migliore in assoluto, ma quella più indicata per la tua fisionomia e per il risultato che desideri ottenere.

Protesi rotonde

Le protesi rotonde, come suggerisce il nome, hanno una forma circolare e simmetrica. La loro caratteristica principale è quella di fornire un riempimento uniforme sia nel polo inferiore che in quello superiore del seno.

  • Vantaggi: Sono ideali per chi desidera un décolleté pieno e un effetto “push-up” più evidente. Un altro vantaggio significativo è che, essendo simmetriche, un’eventuale rotazione dell’impianto all’interno della tasca protesica non altera la forma del seno.
  • A chi sono consigliate: Sono spesso la scelta preferita per le donne che hanno già un seno parzialmente formato e desiderano aumentarne il volume in modo omogeneo, o per coloro che amano un look più prorompente e rotondeggiante nella parte superiore della mammella.

Protesi anatomiche (a goccia)

Le protesi anatomiche, dette anche “a goccia”, sono progettate per imitare la forma naturale della mammella: più piene nella parte inferiore e più “scariche” in quella superiore.

  • Vantaggi: Offrono un risultato discreto, rispettando la transizione graduale dal torace al capezzolo.
  • Svantaggi: Il loro principale svantaggio è legato al rischio, seppur basso con le moderne tecniche chirurgiche, di rotazione. Se una protesi anatomica ruota, la forma del seno può apparire distorta, rendendo necessario un intervento correttivo.
  • A chi sono consigliate: Sono particolarmente indicate per le pazienti molto magre, con un seno di partenza quasi assente (iposviluppo mammario) o per gli interventi di ricostruzione post-oncologica, dove l’obiettivo è ricreare una forma il più naturale possibile.

Il materiale di riempimento: silicone o soluzione salina?

Il “cuore” della protesi, ovvero il materiale di cui è riempita, ne determina la consistenza, la sicurezza e la sensazione al tatto.

Protesi in gel di silicone

Oggi, la quasi totalità delle protesi utilizzate in Europa e in Italia sono riempite con gel di silicone. Le protesi in silicone di ultima generazione contengono un gel coesivo: questo significa che, anche in caso di rottura dell’involucro esterno (un’eventualità molto rara), il gel non si disperde nei tessuti circostanti ma rimane compatto, garantendo un altissimo profilo di sicurezza.

  • Vantaggi: La consistenza al tatto è straordinariamente simile a quella del tessuto mammario naturale. Presentano inoltre un rischio molto basso di “rippling”, ovvero la formazione di pieghe o ondulazioni visibili sotto la pelle, specialmente nelle pazienti più magre.
  • Sicurezza: Sono i dispositivi medici più studiati al mondo. Enti regolatori internazionali come la U.S. Food and Drug Administration (FDA) forniscono informazioni dettagliate per le pazienti, sottolineando che, sebbene siano approvati e sicuri, gli impianti non sono da considerarsi dispositivi a vita. Per approfondire, è possibile consultare la guida della FDA su cosa sapere sulle protesi mammarie.

Protesi con soluzione salina

Le protesi saline hanno un involucro in silicone ma sono riempite con soluzione salina (acqua salata sterile) dopo essere state inserite vuote nella tasca mammaria.

  • Vantaggi: Il principale vantaggio è la possibilità di inserirle attraverso incisioni più piccole. In caso di rottura, la soluzione viene assorbita e smaltita naturalmente dal corpo senza alcun rischio.
  • Svantaggi: La loro consistenza è percepita come meno naturale rispetto al silicone e sono associate a un rischio più elevato di rippling. Per queste ragioni, il loro utilizzo in Europa è oggi molto limitato e riservato a casi specifici.

La superficie della protesi: liscia o testurizzata?

L’involucro esterno della protesi può avere una superficie liscia o “ruvida” (testurizzata). Questa caratteristica gioca un ruolo nell’interazione tra l’impianto e i tessuti del corpo.

  • Protesi lisce: Hanno una superficie completamente liscia. Tendono a muoversi più liberamente all’interno della tasca creata dal chirurgo, offrendo per alcuni un feeling più naturale.
  • Protesi testurizzate (o microtesturizzate): La loro superficie presenta una micro-rugosità studiata per favorire una leggera adesione ai tessuti circostanti. Questo riduce il rischio di rotazione (particolarmente importante per le protesi anatomiche) e, storicamente, si riteneva riducesse l’incidenza della contrattura capsulare, la più comune complicanza della mastoplastica additiva.

È importante menzionare la discussione scientifica riguardo alla rara associazione tra l’uso di protesi testurizzate e una forma di linfoma nota come BIA-ALCL (Linfoma Anaplastico a Grandi Cellule Associato a Impianti Mammari). Le attuali evidenze indicano che il rischio è estremamente basso, soprattutto con le moderne protesi microtesturizzate. Il chirurgo saprà illustrare i dati più recenti e consigliare la superficie più sicura e adatta al caso specifico, basandosi sulle linee guida internazionali del 2025.

Scegliere la giusta proiezione e il volume

Spesso le pazienti si concentrano sulla taglia di reggiseno desiderata o sul volume protesi seno espresso in “cc” (centimetri cubici). Tuttavia, per un risultato armonico, la proiezione protesi è un fattore altrettanto cruciale.

  • Il volume (cc): Indica la quantità di gel contenuta nella protesi. Un volume maggiore non significa necessariamente un seno più bello. La scelta deve essere proporzionata alla costituzione della paziente: altezza, peso e, soprattutto, larghezza del torace. Una protesi da 400cc avrà un effetto molto diverso su una donna alta e robusta rispetto a una donna minuta e magra.
  • La proiezione: A parità di volume e diametro di base, la proiezione indica quanto la protesi “sporge” in avanti. Esistono diversi profili di proiezione:
    • Bassa o moderata: Per un risultato molto discreto.
    • Media o moderata plus: Per un aumento equilibrato.
    • Alta o extra-alta: Per un effetto più proiettato e visibile, specialmente nella zona del capezzolo.

Scegliere la giusta combinazione di volume e proiezione è fondamentale. Ad esempio, una paziente con un torace stretto può ottenere un décolleté evidente e proiettato con una protesi a base stretta e alta proiezione, senza dover ricorrere a volumi eccessivi che risulterebbero innaturali.

La scelta personalizzata: un dialogo con il chirurgo

Data la complessità dei fattori in gioco, è chiaro come scegliere la protesi del seno giusta per me non sia una decisione da prendere in autonomia. Il percorso verso la scelta ideale è un dialogo costruttivo con il chirurgo plastico. Le più importanti associazioni di categoria, come l’American Society of Plastic Surgeons (ASPS), offrono risorse complete per le pazienti che illustrano l’intera procedura. Per una visione d’insieme, è utile consultare la loro guida alla mastoplastica additiva.

Durante la visita specialistica, il medico:

  1. Ascolterà i tuoi desideri e le tue aspettative.
  2. Valuterà la tua anatomia: spessore della pelle, qualità della ghiandola mammaria, larghezza del torace, altezza e costituzione generale.
  3. Illustrerà le opzioni più indicate per te, spiegando i pro e i contro di ciascuna scelta.
  4. Utilizzerà strumenti avanzati come i “sizer” (protesi di prova da inserire nel reggiseno) e moderni software di simulazione 3D, che permettono di visualizzare un’anteprima realistica del risultato finale sul proprio corpo.

La decisione finale sarà una sintesi perfetta tra le tue aspirazioni e l’esperienza del chirurgo, il cui obiettivo è garantire un risultato esteticamente eccellente, armonico e sicuro nel tempo.

Da tenere ben presente

La scelta della protesi è un momento determinante nel percorso della mastoplastica additiva. Comprendere le differenze tra forma, materiale, superficie, volume e proiezione ti permette di dialogare più efficacemente con il tuo chirurgo e di prendere una decisione informata. Ricorda che non esiste l’impianto perfetto per tutte, ma solo l’impianto perfetto per te. Affidarsi a un chirurgo specialista esperto e a una struttura sanitaria qualificata come la Clinica Pallaoro è la migliore garanzia per una scelta sicura, consapevole e per il raggiungimento di un risultato che possa soddisfarti pienamente per molti anni a venire.

FAQ – Domande frequenti sulla scelta delle protesi mammarie

Qual è la durata di una protesi mammaria? Le protesi mammarie di ultima generazione non hanno una “scadenza” predefinita. Si raccomanda di non sostituirle se non in presenza di problematiche specifiche (es. contrattura capsulare, rottura). È tuttavia fondamentale sottoporsi a controlli ecografici periodici (generalmente annuali o biennali) per monitorarne lo stato di salute e l’integrità nel tempo.

La scelta della protesi influisce sul tipo di incisione? In parte sì. Ad esempio, le protesi saline, venendo riempite dopo l’inserimento, permetterebbero incisioni più piccole. Tuttavia, con le moderne protesi in gel di silicone, un chirurgo esperto è in grado di utilizzare incisioni minime (solitamente nel solco sottomammario, attorno all’areola o a livello ascellare) indipendentemente dalla protesi scelta.

Le protesi anatomiche sono sempre la scelta migliore per un risultato naturale? Non necessariamente. Sebbene siano progettate per imitare la forma naturale del seno, su alcune pazienti una protesi rotonda a proiezione moderata, posizionata correttamente dal chirurgo, può offrire un risultato altrettanto naturale e armonioso, con il vantaggio di non presentare rischi legati alla rotazione. La scelta dipende strettamente dall’anatomia di partenza.

Cosa succede se una protesi si rompe? Con le moderne protesi in gel di silicone coesivo, una rottura (evento raro, spesso legato a forti traumi) è asintomatica e non pericolosa. Il gel non fuoriesce né si disperde, ma rimane all’interno dell’involucro. La rottura viene solitamente diagnosticata durante un controllo ecografico o una risonanza magnetica e si programma un intervento per la sostituzione della protesi.

Potrò allattare dopo una mastoplastica additiva? Nella maggior parte dei casi, sì. Le tecniche chirurgiche moderne, specialmente con posizionamento della protesi dietro il muscolo pettorale (dual plane), preservano l’integrità della ghiandola mammaria e dei dotti galattofori, non compromettendo la capacità di allattare al seno.

È vero che le protesi testurizzate sono pericolose? L’associazione tra protesi testurizzate e BIA-ALCL è scientificamente provata, ma è fondamentale contestualizzare il rischio, che rimane estremamente basso. Le agenzie regolatorie internazionali e la comunità scientifica continuano a monitorare la situazione. Un chirurgo qualificato discuterà apertamente di questo argomento, presenterà i dati più aggiornati e consiglierà la protesi con il miglior profilo di sicurezza per il tuo caso specifico.