
Il termine exeresi deriva dal greco exairesis, che significa “estrazione” o “asportazione”. In ambito medico-chirurgico, indica l’asportazione totale di un tessuto o di una formazione anomala mediante intervento chirurgico. Si distingue da termini simili come “biopsia” – che prevede l’asportazione parziale di un tessuto per finalità diagnostiche – ed è considerata una procedura risolutiva, non meramente esplorativa.
L’exeresi chirurgica può essere indicata in numerosi contesti clinici: dalla rimozione di neoplasie benigne o maligne, alla correzione di malformazioni, fino all’eliminazione di inestetismi cutanei come nei, fibromi, lipomi, cisti sebacee, angiomi, papillomi o cheratosi seborroiche. La procedura può avvenire in anestesia locale, loco-regionale o generale a seconda della sede, dimensioni della lesione e condizioni del paziente.
Dal punto di vista tecnico, l’exeresi può essere realizzata con bisturi tradizionale, laser chirurgico, radiofrequenza o bisturi elettrico. La scelta dello strumento dipende dal tipo di lesione e dagli obiettivi del trattamento, in particolare quando si considera l’aspetto estetico del risultato finale. Il margine di resezione – ossia quanto tessuto sano viene rimosso attorno alla lesione – è determinante per la radicalità oncologica e l’esito cicatriziale.
Cause che possono richiedere un’intervento di exeresi
Tra le principali cause che rendono necessaria un’exeresi chirurgica rientrano:
- Lesioni benigne: come lipomi, cisti sebacee, nevi displastici, cheratosi.
- Tumori cutanei: come basaliomi, spinaliomi o melanomi, nei quali l’exeresi ha finalità curativa.
- Neoformazioni sospette: che richiedono l’asportazione per consentire l’esame istologico definitivo.
- Inestetismi evidenti o disfunzionali: come nei molto sporgenti, papillomi irritabili o angiomi rilevanti.
Diagnosi e indicazione all’exeresi
La diagnosi delle lesioni candidabili all’exeresi avviene attraverso esame obiettivo, dermatoscopia, ecografia cutanea o sottocutanea e, in caso di sospetto oncologico, biopsia preventiva. La valutazione deve stabilire:
- Il carattere benigno o maligno della lesione
- La profondità di infiltrazione
- La vicinanza a strutture nobili
- L’eventuale recidiva dopo trattamenti precedenti
Rischi e complicanze dell’exeresi
Come ogni procedura chirurgica, l’exeresi comporta alcuni rischi, anche se generalmente minimi:
- Emorragia locale
- Infezione della ferita chirurgica
- Formazione di cheloidi o cicatrici ipertrofiche
- Necrosi del tessuto residuo
- In rari casi, recidiva della lesione asportata
La corretta esecuzione tecnica e la qualità della sutura incidono direttamente sul risultato estetico, aspetto fondamentale in ambito di chirurgia estetica.
Exeresi e chirurgia estetica: quando l’asportazione è anche estetica
L’exeresi trova largo impiego nella chirurgia estetica dermatologica, in particolare per:
- Rimozione di nei o nevi melanocitici in zone del viso o del corpo dove rappresentano un inestetismo
- Asportazione di cisti sebacee o lipomi che alterano i profili del viso o del corpo
- Eliminazione di fibromi penduli nelle palpebre, ascelle o decolleté
- Correzione di esiti cicatriziali pregressi (exeresi di cicatrici patologiche)
Alla Clinica Pallaoro, l’exeresi di neoformazioni cutanee viene eseguita con particolare attenzione al risultato estetico. Vengono impiegate tecnologie di precisione come il laser chirurgico CO₂ per garantire un taglio pulito, minimizzare il sanguinamento e ottimizzare il processo di guarigione, riducendo il rischio di cicatrici evidenti. Questo approccio è particolarmente richiesto nei pazienti che desiderano una rimozione funzionale ma invisibile.
FAQ – Domande frequenti sull’Exeresi
L’exeresi è dolorosa?
No, l’intervento viene eseguito in anestesia locale e non provoca dolore durante la procedura. Un lieve fastidio può comparire nelle ore successive.
Quali lesioni possono essere rimosse con exeresi?
Cisti, lipomi, nei, fibromi, angiomi, papillomi, cheratosi e tumori cutanei.
È necessario il ricovero?
Nella maggior parte dei casi, l’exeresi è un intervento ambulatoriale.
L’esame istologico è sempre necessario?
Sì, l’analisi istologica post-operatoria è fondamentale per confermare la natura della lesione rimossa.
Quanto dura il recupero?
Generalmente 7-14 giorni. I punti di sutura, se non riassorbibili, vengono rimossi entro una settimana.
Rimane cicatrice?
Una cicatrice sottile può essere presente, ma è minimizzata con tecniche chirurgiche raffinate.
Si può fare l’exeresi al viso?
Sì, con tecniche specifiche che riducono il rischio di esiti estetici indesiderati.