Pagine sui rischi della mastoplastica additiva a cura del dott. Carlo Alberto Pallaoro aggiornata al 23/11/2020.

Rischi della mastoplastica additiva

La mastoplastica additiva come ogni intervento chirurgico di qualunque genere comporta rischi. Fortunatamente l’ importanza e l’incidenza degli eventi è tale da essere considerato un intervento sicuro e dai risultati soddisfacenti. In effetti la mastoplastica additiva è uno dei tre interventi di chirurgia estetica più richiesti in Italia e al mondo. I rischi della chirurgia estetica – a differenza della chirurgia “funzionale” – comprendono anche la probabilità di non raggiungere un risultato esteticamente soddisfacente per il paziente. Per questo motivo è bene che la paziente – prima di sottoporsi all’ intervento – verifichi con il chirurgo il grado di aspettativa in merito al risultato.

(mastoplastica additiva rischi >probabilità evento avverso con l’intervento)

Rischio ematoma

Il sanguinamento dopo la fine dell’ intervento e la successiva formazione di una sacca di sangue (ematoma)  è un rischio con una incidenza non bassissima (1%) ma con conseguenze quasi sempre non rilevanti. Nella maggioranza dei casi l’ ematoma che si forma è di minore volume e si riassorbe spontaneamente. In alcuni casi meno frequenti può invece richiedere il drenaggio del sangue raccolto così da evitare che possa generare altre complicanze più importanti.
L’ ematoma è una complicanza che quando si presenta è evidente. Il seno si presenta molto gonfio ed arrossato. La paziente che verifica tale circostanza dovrà rivolgersi al chirurgo estetico per verificare la causa e la conseguente terapia.
Cause dell’ ematoma
Questa complicanza è una normale conseguenza di ogni intervento chirurgico. Per ridurre l’ incidenza di questo rischio nella mastoplastica additiva, il chirurgo dovrà prestare particolare attenzione all’ emostasi (buona coagulazione dei vasi recisi durante l’intervento). Un fattore che aumenta l’incidenza è l’assunzione di farmaci che rendono il sangue più fluido. Le pazienti che assumono farmaci devono comunicare in sede di visita l’ elenco degli stessi per permettere al chirurgo una corretta valutazione delle controindicazioni.

Parestesia e sensibilità cutanea

La parestesia è un’alterazione locale della sensibilità cutanea. A seguito della mastoplastica additiva la parestesia temporanea è normale ed è causata dalla lesione dei nervi superficiali.  Basta aspettare qualche settimana per la spontanea normalizzazione sensitiva. In alcuni casi la sensibilità cutanea può rimanere modificata per molti mesi e in rarissimi casi può risultare permanente. Si tratta di un rischio che presenta una incidenza molto bassa ma comunque deve essere tenuto in considerazione.

Infezione

Questa è una complicanza con una incidenza molto bassa nell’ intervento di mastoplastica additiva. La Clinica Pallaoro ha protocolli molto rigidi per quanto riguarda la sanificazione del blocco operatorio, la sterilizzazione degli strumenti chirurgici e l’impiego dei materiali sanitari. Ciò rende questo rischio – nelle nostre statistiche – matematicamente irrilevante.

Gestione dell’ infezione
Qualora la zona interessata si presentasse arrossata e calda, si dovrà procedere immediatamente alla diagnosi della complicanza. La somministrazione di farmaci antibiotici dovrà essere personalizzata affinché si colpisca in maniera efficace la tipologia d’ infezione in corso. Per determinare il farmaco antibiotico più efficace si potrà eseguire un antibiogramma. Se un intervento di mastoplastica additiva subisce una infezione rilevante, è molto probabile che si debba rimuovere le protesi.

Sieroma dopo la protesi del seno

Il sieroma è una complicanza tipica degli interventi chirurgici che prevedono ampi scollamenti. La formazione della tasca mammaria per l’ inserimento della protesi comporta l’aumento della probabilità di sieroma. Per ridurre l’ incidenza della complicanza possono essere posizionati drenaggi che permettano la fuoriuscita del liquido.

La diagnosi del sieroma è legato alla sensazione dolorosa e al volume che questo produce. La formazione del sieroma – se contenuta – potrà risolversi spontaneamente. Altrimenti dovrà procedersi con il drenaggio chirurgico.

Asimmetria mammaria

Un certo grado di asimmetria dei seni è naturale e normale anche nei seni non operati. A seguito della mastoplastica additiva è quindi normale che una asimmetria modesta possa evidenziarsi. Quando l’ asimmetria è marcata si dovrà verificare la causa del problema. Tra le cause dell’ asimmetria mammaria dopo l’intervento può esserci l’ incapsulamento o la deflazione della protesi. In altri casi si può trattare della presenza di edema post operatorio. In questo caso potrà essere sufficiente aspettare qualche tempo per verificare la forma e dimensione del seno dopo il completo riassorbimento dell’ edema.

La chirurgia estetica del seno asimmetrico può richiedere diversi tipi d’interventi, a volte tra di loro combinati.

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Contrattura capsulare

La mastoplastica additiva prevede l’ inserimento di una protesi di silicone dietro il tessuto mammario. La normale risposta del corpo all’ inserimento della protesi è la formazione di una capsula fibrotica attorno alla stessa. L’ impiego di protesi testurizzate e la corretta gestione del post operatorio della Clinica Pallaoro ha dimostrato l’ efficacia nella riduzione dell’ incidenza di questa complicanza.
Comunque qualora la capsula formatta attorno alla protesi dovesse diventare rigida e stringesse l’ impianto mammario, è possibile che si verifichi la deformazione del seno e che ciò sia doloroso.
Se la contrattura capsulare si è evidenziata in forma lieve, si potrà risolvere il problema procedendo con una manovra di  “squeezing” che comporta una pressione tale da liberare la protesi dalla capsula. In casi invece severi potrà essere necessario un intervento chirurgico.

prevede l’ inserimento di una protesi di silicone dietro il tessuto mammario. La normale risposta del corpo all’ inserimento della protesi è la formazione di una capsula fibrotica attorno alla stessa. L’ impiego di protesi testurizzate e la corretta gestione del post operatorio della Clinica Pallaoro ha dimostrato l’ efficacia nella riduzione dell’ incidenza di questa complicanza.
Comunque qualora la capsula formatta attorno alla protesi dovesse diventare rigida e stringesse l’ impianto mammario, è possibile che si verifichi la deformazione del seno e che ciò sia doloroso.
Se la contrattura capsulare si è evidenziata in forma lieve, si potrà risolvere il problema procedendo con una manovra di  “squeezing” che comporta una pressione tale da liberare la protesi dalla capsula. In casi invece severi potrà essere necessario un intervento chirurgico.

Rischio rottura della protesi del seno

La Clinica Pallaoro utilizza per gli interventi di mastoplastica additiva esclusivamente protesi Allergan, che risultano essere le protesi di migliore qualità al mondo. Comunque la protesi è un manufatto e come tale è soggetto alla possibilità di rompersi.

Le protesi sono progettate per sopportare la pressione del corpo ed oltre. Infatti la manipolazione energica del seno – dopo la completa guarigione – è un modo per ridurre il rischio d’ incapsulamento.

Perché si può rompere una protesi?

  • Trauma
    Un fortissimo trauma – ad esempio durante un incidente in macchina – può provocare la rottura della protesi.
  • Lesione durante l’intervento
    La protesi potrebbe rompersi perché durante l’inserimento, la stessa è stata lesionata e quindi una pressione forte ma non eccezionale potrebbe procurare la rottura.
  • Mammografia
    L’ esame mammografico prevede una pressione importante sul tessuto mammario. L’ evento “rottura durante mammografia” è comunque molto raro.
  • Invecchiamento
    Con il passare degli anni è normale che il manufatto possa diventare più fragile anche se contemporaneamente la capsula periprotesica formata compensa tale fragilità.

Efficacia della mammografia

Le protesi mammarie possono ostacolare la visione nitida della ghiandola mammaria duranti gli esami diagnostici. Ciò rende necessaria una maggiore attenzione da parte dell’ operatore che esegue l’esame diagnostico. Sono indicate alcune manovre supplementari per visualizzare in maniera più nitida il tessuto mammario. Si tenga presente che ogni anno al mondo vengono eseguiti diversi milioni d’ interventi di mastoplastica additiva che successivamente dovranno eseguire le mammografie di routine.

Le donne che hanno in famiglia casi di tumore mammario, devono considerare l’opportunità di sottoporsi ad una mastoplastica additiva con mastectomia sottocutanea. In pratica la procedura rimuove il tessuto mammario ghiandolare e inserisce la protesi. Tale intervento può essere consigliato alle pazienti con casi in famiglia che desiderano preventivamente eliminare il rischio.

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Rischio cicatrici insoddisfacenti dopo la mastoplastica

La qualità delle cicatrici dipende solo in parte dall’ operato del chirurgo estetico. Una buona parte dipende infatti dalle caratteristiche specifiche di cicatrizzazione della paziente. Il problema delle cicatrici per quanto riguarda la mastoplastica additiva con incisione periareolare – tecnica eseguita alla Clinica Pallaoro – è praticamente non presente. L’ esito cicatriziale si confonde tra la pelle rugosa dell’areola e la cute normale.

In generale le cicatrici posso allargarsi o ispessirsi a seguito di una eccessiva trazione meccanica dei lembi e / o a una tecnica di sutura inadeguata. Se si dovesse formare una cicatrice ipertrofica, può rendersi necessario un intervento chirurgico di revisione, il quale presenta simili rischi per quanto riguarda la cicatrizzazione.

Necrosi nella chirurgia del seno

La necrosi cutanea è dovuta ad una compromissione vascolare oppure all’ eccessiva tensione dei lembi. Questa complicanza è statisticamente irrilevante nell’ intervento di mastoplastica additiva. La  zona in processo di necrosi assume un colore bluastro-violaceo e successivamente verso il pallore e la finale epidermolisi. Il processo di solito avviene nei primi 2 giorni e se la paziente è bendata diventa difficile verificare l’ evento.

Il metodo migliore per affrontare il rischio di necrosi è la prevenzione. Questa si basa fondamentalmente su una chirurgia abile e non eccessiva, con la ricerca di una emostasi operatoria ben modulata e la progettazione della chiusura dei lembi mai troppo tesa. Pazienti diabetici e fumatori presentano rischi maggiori di necrosi.

Difficoltà nell’allattamento

Nella mastoplastica additiva si esegue un’incisione periareolare e si procede con la formazione della tasca mammaria. Non si incidono i dotti galattofori e conseguentemente la capacità d’allattamento della paziente viene conservata. Va inoltre sottolineato che la protesi viene posizionata dietro la ghiandola mammaria. Non c’è alcun fattore di disturbo con la normale funzione del seno di allattare.

Alcuni studi hanno invece evidenziato che le donne con protesi hanno una minore predisposizione all’ allattamento dovuta al fatto che si ritiene che allattamento possa diminuire la gradevolezza del loro seno. Su questo punto ci sono dibattiti scientifici che in linea di massima “scagionano” l’allattamento dall’ accusa di essere responsabile del deterioramento estetico mammario.