Anatomia del naso – Rinoplastica modella l’anatomia nasale
La struttura del naso, con visione frontale, ricalca una sorta di triangolo e difatti l’insieme delle componenti è denominato appunto piramide nasale.
La struttura interna della piramide nasale
L’architettura del naso è costituita da una porzione fissa, quella ossea e da una porzione mobile, cioè quella cartilaginea.
Le ossa nasali costituiscono dunque il terzo superiore della piramide nasale, mentre i due terzi inferiori sono formati dalle cartilagini triangolari e alari. Queste ultime sono due strutture simmetriche e angolate, formate da un’ala esterna, detta crus laterale e da un’ala interna, la crus mediale. Le due porzioni di cartilagine alare formano una sorta di cupola che determina esattamente la forma della punta del naso.
Il sostegno mediano del naso è il setto, una sorta di lamella cartilaginea nella porzione anteriore e ossea in quella posteriore. Il setto suddivide la cavità all’interno del naso in due fosse, comunicanti all’esterno attraverso le narici. All’interno delle fosse nasali, nella volta superiore, sono presenti i recettori olfattivi, cioè un’area ricca di cellule neurosensoriali deputate alla funzionalità dell’odorato. Le tre sporgenze presenti nelle fosse nasali sono i cosiddetti turbinati, piccole lamelle ossee ricoperte da mucosa che svolgono le funzioni di riscaldamento, depurazione, umidificazione e regolazione del flusso dell’aria inspirata.
Le unità anatomiche / estetiche e i diffetti del naso
I diversi difetti del naso trovano la loro correzione chirurgica estetica nella rinoplastica. Eventuali problemi legati alla funzionalità del naso (ipertrofia dei turbinati, deviazione del setto nasale) possono essere risolti nel corso dello stesso intervento con alcune varianti (rinosettoplastica, rimozione laser dei turbinati).
Ogni singola dismorfia è legata ad un particolare segmento anatomico del naso e la rinoplastica può affrontare e risolvere il particolare difetto in alcuni casi anche senza interessare le altre porzioni della piramide nasale. Ecco gli inestetismi più comuni del naso:
- Naso storto à dipende dalla conformazione del sostegno mediano del naso, il setto, che può risultare deviato dalla linea mediana per cause accidentali o per conformazione.
- Punta larga o sporgente à a determinare larghezza ed ampiezza della punta del naso sono le cartilagini alari e la loro angolazione
- Naso lungo à dipende dal setto e dalla posizione delle cartilagini alari, in particolare la loro porzione interna, detta crus mediale
- Punta all’insù o, al contrario, bassa à le cartilagini alari determinano anche la proiezione del naso
- Gibbo o naso aquilino à la dimorfia riguarda soprattutto la porzione ossea del setto e secondariamente la porzione cartilaginea. Indirettamente interessa anche le cartilagini triangolari.
La rinoplastica
Cosa si desidera ottenere dall’ intervento di rinoplastica
L’ideale obiettivo della rinoplastica è la correzione del difetto estetico (e l’eventuale ripristino funzionale) pur mantenendo una naturalezza nella forma del naso.
Con la rinoplastica, il chirurgo opera un cambiamento, nel volto del paziente, di forte impatto psicologico, perciò l’intervento viene accuratamente programmato perché la nuova forma del naso si fonda armonicamente, naturalmente e senza eccentricità nel contesto dell’intero viso.
Il progetto della rinoplastica
Per conseguire l’obiettivo di naturalezza nella correzione, il rimodellamento del naso è stabilito secondo un preciso equilibrio tra l’altezza del dorso del naso (setto) e la lunghezza complessiva. Frontalmente, il nuovo naso viene calibrato tenendo in considerazione la larghezza del viso.
Meno invasività e più soddisfazione
Una grossa componente della chirurgia estetica è il versante psicologico. Infatti, superato lo scoglio dell’indecisione sul fare o meno l’intervento, analizzati i diversi aspetti chirurgici e i risultati ottenibili, spesso permane nel paziente la paura del dolore, dell’ospedalizzazione e delle difficoltà nella ripresa postoperatoria. Sono questi aspetti che spingono fortemente a favorire un tipo di pratica chirurgica che riduca al minimo l’invasività, in modo da sottoporre il paziente ad un ridotto stress chirurgico e, soprattutto, gli dia la possibilità di trascorrere nell’intimità domestica le ore successive all’intervento.
La rinoplastica perciò viene realizzata secondo i più selettivi standard di qualità in anestesia locale, con la somministrazione endovenosa di una sedazione profonda. In altre parole, in questo modo il paziente, pur non subendo un’anestesia generale, affronta l’intervento in un sonno vigile, svegliandosi solo a rinoplastica conclusa, in modo decisamente meno traumatico e più confortevole rispetto ad altre pratiche anestesiologiche.
L’infiltrazione locale di un vasocostrittore e l’attenzione peculiare (in fase operatoria) dei piccoli vasi sanguigni, limitano fortemente la perdita di sangue e soprattutto riducono drasticamente l’eventualità che si formino ecchimosi e tumefazioni delle zone circostanti il naso.
L’ intervento di rinoplastica
Il chirurgo effettua la rinoplastica solo una volta che il paziente è stato adeguatamente preparato. Sul naso, prima della pratica anestetica, sono state tracciate le linee guida dell’intervento, secondo il disegno precedentemente stabilito in sede di visita.
Le incisioni della rinoplastica vengono praticate esclusivamente all’interno delle narici, senza che la cute sia minimamente interessata. In tal modo, a guarigione avvenuta, non sarà visibile alcuna cicatrice.
Attraverso le incisioni possono essere asportate alcune porzioni ossee o cartilaginee, secondo quanto si desidera ottenere. Addirittura, nel caso di alcuni difetti relativi ad una singola porzione estetica del naso, è possibile limitare l’intervento alla zona stabilita, ad esempio alle sole cartilagini alari per problemi legati alla punta del naso.
Alcune suture interne determineranno poi l’aderenza di alcune porzioni cartilaginee, in modo da donare al naso la proiezione adeguata. L’intervento si conclude con le ulteriori suture e l’applicazione dei tamponi da tenere per un solo giorno. Segue quindi la fase di applicazione del tutore di plastica termoindurente, che oggi sostituisce con successo il vecchio e scomodo gesso.
La plastica esterna viene rimossa e sostituita la settimana seguente con una nuova.
L’uso del laser rende l’intervento meno traumatico e con un post operatorio più breve.
Il post operatorio
Le medicazioni previste sono di norma tre, ma il paziente può tornare a casa la sera stessa dell’intervento, senza particolari disagi. La dolenzia è un sintomo normale, ma moderata per l’effetto prolungato degli analgesici somministrati in fase preoperaoria e comunque è facilmente tenuta sotto controllo da semplici antidolorifici. Il giorno seguente il paziente potrà rimuovere i tamponi, mentre per sostituire la mascherina, dovrà attendere 7 giorni. Dopo un paio di settimane il risultato è già notevole, e si potrà riprendere gradualmente le normali attività senza che si noti l’intervento chirurgico. Il normale gonfiore perdura a lungo e i risultati davvero definitivi della rinoplastica sono visibili solo dopo diversi mesi.
Pagine di approfondimento sulla rinoplastica: